E' una speciale procedura prevista dall'Art. 1, commi da 537 a 544, Legge n. 228/2012.
È
possibile presentare la domanda SOLO IN ALCUNI CASI, PREVISTI
TASSATIVAMENTE, quindi solo se le somme richieste dall'ente creditore
sono state interessate da:
- pagamento effettuato prima della formazione del ruolo;
- provvedimento di sgravio emesso dall'ente creditore;
- prescrizione o decadenza intervenute prima della data in cui il ruolo è stato reso esecutivo;
- sospensione amministrativa (dell'ente creditore) o giudiziale;
- sentenza
che abbia annullato in tutto o in parte la pretesa dell'ente creditore,
emessa in un giudizio al quale l'Agenzia delle entrate-Riscossione non
ha preso parte.
Non rientrano tra gli atti che possono essere oggetto di sospensione:
- quelli
non notificati dall'Agente della riscossione (per esempio avviso di
accertamento dell'Agenzia delle entrate o avviso di addebito dell'INPS
per i quali ci si deve rivolgere direttamente ai rispettivi enti
creditori);
- i solleciti di pagamento inviati dall'Agente della riscossione mediante posta ordinaria.
2.5. Presentare ricorso o impugnare la cartella di pagamento
Se
il contribuente (debitore) ritiene che la richiesta di pagamento
ricevuta sia in tutto o in parte illegittima, è suo diritto contestare
la richiesta e, quindi, presentare ricorso contro la cartella di pagamento impugnando la stessa davanti all'Organo giurisdizionale competente.
Per poter impugnare la cartella di pagamento è fondamentale agire per tempo e nel modo giusto.
Termini per impugnare la cartella:
60 giorni dalla notifica: quando si tratta di tributi –
sia statali, come l'IRPEF o l'IVA, sia locali, come l'IMU, TARI, o il
bollo auto, bisogna rivolgersi alla Corte di Giustizia Tributaria di
primo grado territorialmente competente (è l'ex Commissione tributaria
provinciale);
40 giorni dalla notifica: quando si tratta di contributi previdenziali, INPS o INAIL, l'impugnazione
dovrà proporsi al Tribunale in funzione di giudice del Lavoro; se si
eccepiscono vizi formali della cartella il termine è di 20 giorni;
30 giorni dalla notifica: quando si tratta di sanzioni amministrative (multe stradali e gli altri tipi di sanzioni amministrative)
e sarà competente il Giudice di Pace del luogo dove è stata commessa la
violazione; se si eccepiscono vizi formali della cartella il termine è
di 20 giorni.
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3.Motivi di nullità della cartella di pagamento
I motivi più comuni di nullità della cartella di pagamento sono i seguenti:
· Difetto di notifica della cartella esattoriale - nullità della cartella
· Difetto di notifica di un atto che precede la cartella esattoriale - nullità della cartella
· Decadenza - nullità della cartella
· Prescrizione - nullità della cartella
· Difetto di motivazione (totale o parziale) - nullità della cartella
· Altri motivi
4.QUAL E' LA DIFFERENZA TRA LA CARTELLA ESATTORIALE E L'INTIMAZIONE DI PAGAMENTO?
L'intimazione di pagamento è un atto successivo alla cartella di pagamento, ed è un avviso che precede la vera e propria fase di
espropriazione forzata, cioè quell'azione che ha come scopo quello di
sottrarre dei beni alla disponibilità del debitore mediante il
pignoramento (pignoramento del conto corrente, pignoramento del veicolo,
pignoramento dell'abitazione, ecc), quindi si tratta della fase
esecutiva finalizzata a ricavare denaro forzosamente. Un po' come dire
"o paghi o ti pignoro".
L'art.
50, comma 2, del d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602, stabilisce che
l'espropriazione forzata, se non è iniziata entro un anno dalla notifica
della cartella di pagamento, deve essere preceduta dalla notifica di un
avviso che contiene l'intimazione ad adempiere l'obbligo risultante dal
ruolo entro cinque giorni dalla data della predetta notifica.Ed è proprio quest'ultimo atto detto "intimazione di pagamento" l'atto che è successivo alla cartella esattoriale e che precede le azioni di espropriazione.
5.Quali sono i principali motivi per i quali i giudici annullano le cartelle esattoriali
Per esperienza diretta, i motivi principali di annullamento delle cartelle di pagamento da parte dei Giudici sono la nullità delle notifiche oppure l'intervenuta prescrizione del credito.Ecco alcuni esempi incontrati in corso di causa:
Notifica a un indirizzo errato - La cartella è stata notificata presso una residenza non più attuale (es. vecchia residenza)
Notifica al portiere senza informativa ? L'atto è consegnato a un terzo (es. portiere o vicino), con raccomandata ma manca l'invio della raccomandata che avvisa il destinatario.
Notifica incompleta o assente - La relata è priva di data, firma o altre informazioni essenziali.
Notifica effettuata da un soggetto non abilitato - La cartella è notificata da un soggetto privo di potere a riceverla (es. un dipendente dell'ente non autorizzato o un soggetto non dipendente dell'attività).
per l'intervenuta prescrizione e di termini di prescrizione dei principali tributi vai al calcolatore
6. Chi è l'avvocato tributarista e perchè affidarsi a lui
L'avvocato tributarista è il professionista che si occupa ogni giorno di contenzioso fiscale, difendendo contribuenti e imprese contro cartelle esattoriali, accertamenti, pignoramenti e altri atti dell'Amministrazione finanziaria.
E' il punto di riferimento per chiunque debba affrontare problemi con il fisco: cittadini, professionisti e soprattutto imprese. Ogni giorno si occupa di cartelle esattoriali, pignoramenti, accertamenti fiscali, ipoteche e contenziosi con Agenzia delle Entrate e Agenzia Entrate Riscossione.
Per un'impresa, affidarsi a un avvocato tributarista significa molto più che difendersi da un atto: vuol dire avere al proprio fianco un alleato strategico, in grado di prevenire rischi fiscali, impostare correttamente i rapporti con l'amministrazione finanziaria, valutare la convenienza di definizioni agevolate e rappresentare l'azienda nei procedimenti tributari.
La sua esperienza quotidiana si traduce in soluzioni concrete e tempestive, capaci di tutelare la continuità aziendale, evitare blocchi operativi e contenere l'impatto economico di un contenzioso.